Le imprese fanno rete: 10mila contratti uniscono 50mila aziende

Nel 2025 le reti d’impresa si confermano uno strumento strategico fondamentale nell’economia italiana e a quindici anni dalla loro introduzione, secondo l’Osservatorio Nazionale Reti d’Impresa (ONRI), curato da InfoCamereRetImpresa e la Venice School of Management dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, i numeri mostrano una crescita avanzata, in particolare tra le PMI.

I contratti accrescono la competitività e le opportunità di business delle imprese e ne aumentano la resistenza di fronte alle crisi, un fattore determinante nel mondo odierno.

In Italia, le reti d’impresa sono presenti in tutta Italia, ma le Regioni con la maggiore concentrazione sono il Friuli Venezia Giulia, con 250 imprese “retiste” ogni 10mila aziende registrate e il Lazio (173 ogni 10mila). La maggior parte delle reti ha dimensioni contenute: più dell’87% conta meno di 10 membri e quasi il 54% è costituita da micro-aggregazioni di 2-3 imprese e a fare rete sono soprattutto imprese “vicine”: il 51,9% appartiene infatti alla stessa provincia, ultimamente sono però cresciute molto (+62%) le reti che uniscono aziende del Nord, del Centro e del Sud (sono 345). Il 60% delle aggregazioni riguarda imprese che operano in settori diversi ma è una percentuale in diminuzione (nel 2014 era l’84%). La tendenza registrata dall’Osservatorio va infatti verso il rafforzamento delle reti unisettoriali e quindi dell’unione fra realtà produttive non troppo differenti.

Già a fine 2024, il numero dei contratti di rete è arrivato a 9.630, con un aumento dell’8,1% rispetto all’anno precedente. Le imprese in rete occupano inoltre quasi 1,7 milioni di persone e nel 47% dei raggruppamenti è presente almeno un’impresa femminile, giovanile o straniera.

«Grazie ai contratti di rete – sottolinea il Rapporto – moltissime micro e piccole imprese hanno potuto strutturarsi, creare occupazione e innovare, ma soprattutto iniziare a pensare da grandi imprese pur essendo di piccole dimensioni, in modo da favorire i processi di innovazione e di ampliare i mercati di riferimento in particolare quelli esteri». Appartenere ad una rete favorisce le aziende per essere più innovative ed aumentare la capacità di affrontare le difficoltà grazie a «flessibilità organizzativa» e a «una fitta rete di relazioni che favorisce il confronto continuo e il monitoraggio dell’ambiente esterno». Ma, poiché questa capacità di affrontare le crisi aumenta con la dimensione della rete, e cioè con il numero di imprese che vi partecipano, bisognerebbe «favorire un’adozione più ampia e inclusiva dello strumento, è essenziale promuovere politiche di supporto mirate tramite incentivi finanziari e semplificazioni normative».

Obiettivi

Gli obiettivi principali riguardano l’aumento del potere contrattuale (38%), lo sviluppo congiunto di nuove tecnologie di processo (27%) e la partecipazione a bandi e appalti (26%) nonchè la condivisione di acquisti, forniture e tecnologie e la condivisione di risorse, la metà delle aziende in rete si concentra in tre comparti: agroalimentare (21,8%), costruzioni (14%), e commercio (12,6%).

Entrare in una rete consente anche alle micro e piccole imprese di pensare da grandi, strutturandosi per affrontare sfide più complesse.

Importante la crescita dell’imprenditoria femminile: le imprese guidate almeno per il 50% da donne e che aderiscono ai contratti di rete sono il 18% del totale (8.352) e salgono al 25% nei servizi socio-sanitari, formativi, turistici e per la persona mentre nella meccanica, nelle costruzioni, nei servizi tecnologici, finanziari, assicurativi e nelle public utilities sono sotto al 10 per cento, più marginale l’imprenditorialità giovanile e straniera: solo il 5% delle aziende in rete è infatti guidata da un imprenditore under 35, mentre appena il 4% è gestita da un imprenditore straniero.

Le caratteristiche principali delle reti

  • Dimensioni contenute: l’87% delle reti è formato da meno di 10 imprese, e oltre il 50% da sole 2-3 aziende.
  • Prossimità geografica: il 52% delle reti unisce imprese della stessa provincia, ma crescono (+62%) le reti interregionali Nord-Centro-Sud.
  • Tipologia delle imprese: maggioranza di piccole imprese (51,6% con meno di 9 dipendenti), ma il grosso dell’occupazione è generato da medie e grandi aziende (80,7% degli addetti).
  • Soggettività giuridica: la maggior parte dei contratti non prevede una soggettività autonoma.

La rete d’impresa si conferma una delle formule vincenti per la competitività e la resilienza del sistema produttivo italiano.