“L’adesione alla composizione negoziata sta crescendo, questo è un fatto positivo perché consentirà a tante aziende oggi in difficoltà di restare operative una volta riequilibrata la propria posizione. Lo strumento funziona e sta dando i suoi frutti. Emerge però una maggiore adesione e un superiore tasso di successo da parte delle imprese di maggiori dimensioni, in forza della propria organizzazione più solida e strutturata. Per questo, soprattutto le piccole imprese vanno supportate aiutando la consapevolezza dell’imprenditore, affinché approdino alla procedura senza indugio, non appena si presentano situazioni di difficoltà”.Queste le parole del presidente di Unioncamere, Andrea Prete.
Le aziende che hanno chiesto di avvalersi della composizione negoziata nel 2024 hanno una dimensione media superiore a quella delle imprese che utilizzano le altre procedure sia in termini di occupazione sia di fatturato. Questo non toglie però che le piccole aziende siano moltissime: il 49% ha fino a nove addetti e il valore della produzione del 55% delle aziende è inferiore a 2,5 milioni (per il 71% è sotto i 5 milioni).
A incidere sulla negoziazione è la possibilità di sottoporre a transazione anche i crediti fiscali, opzione che sta spingendo in alto i numeri tra creditori e debitori.
Da precisare che l’incremento delle domande dipende anche la crescita delle percentuali di successo di questo istituto stragiudiziale, introdotto per favorire il risanamento delle aziende in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario: 295 a maggio, 90 in più rispetto al mese di novembre del 2024. In conseguenza a questo aumenta anche il tasso di successo, che nel corso del I trimestre 2025 è pari al 22,5%.
In merito alle regioni coinvolte in Lombardia qui si registra il più alto numero di istanze (circa una domanda ogni quattro presentate complessivamente), seguita dal Lazio (10,5% del totale), dall’Emilia-Romagna (10,1 % del totale) e dal Veneto (9,1% del totale) e i settori più interessati dalla crisi ( e dunque dal ricorso alla composizione) sono relativi alle imprese dei servizi e della manifattura. I maggiori risultati positivi dunque si registrano nelle regioni del settentrione (23,9%) rispetto a quelle del Centro (17,4%) e del meridione (17,9%).E’ comunque in crescita il tasso di successo nelle regioni del Sud, passato dal 12,5% del maggio dello scorso anno al 17,9% del mese appena terminato.
Quanto alle piccole imprese a gravare sulle piccole e micro imprese, secondo il report di Unioncamere, sarebbe la poca cultura finanziaria e della prevenzione delle crisi, e advisor meno specializzati senza contare l’inadeguata attenzione degli intermediari finanziari nei riguardi dei piccoli debitori. Per questo occorre anche far crescere la cultura finanziaria delle Pmi.
Oltre alle maggiori dimensioni, le imprese che portano a termine con successo la composizione negoziata hanno affrontato la crisi dell’impresa con modalità più tempestive: il 30,5% delle imprese in sofferenza dal mese precedente alla presentazione dell’istanza ha esito favorevole a fronte dell’11,5% di quelle in difficoltà economica da cinque anni.